alessandroscillitani

Centoventi contro Novecento a Milano

«La partita che cambiò il destino del cinema italiano» al centro del docufilm
Centoventi contro Novecento di Alessandro Scillitani e Alessandro Di Nuzzo che è stato presentato, in anteprima nazionale, nell’ambito della prestigiosa manifestazione dedicata alla narrazione e al gioco più amato d’Italia.
«Marzo 1975. In una domenica di primavera, sul campo del parco della Cittadella di Parma, si affrontano due singolari squadre di calcio. La rappresentativa della troupe di Salò o le centoventi giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini contro quella di Novecento di Bernardo Bertolucci. Due film che segneranno la storia del cinema italiano e che si stanno girando negli stessi giorni, a pochi chilometri di distanza. Sarà una partita epica, leggendaria nei racconti della gente di cinema che vi partecipò, ma praticamente sconosciuta al pubblico»: il regista Alessandro Scillitani introduce Centoventi contro Novecento, docufilm che verrà presentato in anteprima nazionale domenica 29 settembre 2019 alle ore 17 presso la Triennale di Milano nell’ambito di Milano Calciocity, il primo evento nazionale
dedicato al racconto e al gioco del calcio.
«Ricostruendo minuziosamente la storia di quella domenica e la memoria ancora viva dei protagonisti» aggiunge lo sceneggiatore Alessandro Di Nuzzo «il film tocca diversi argomenti: l’atmosfera dei set di quei due grandi film del cinema italiano, il rapporto contrastato fra Pasolini e il suo ex-allievo Bertolucci, il legame fra quest’ultimo e le radici parmigiane e contadine. Su tutto aleggia, come un filo rosso, il rapporto fra Pier Paolo Pasolini e il calcio: passione inesauribile, pratica continua e quasi ossessiva, espressione di pura vitalità, addirittura di una felicità possibile».

Lavorare stanca?

L’esperienza lavorativa delle persone con disabilità, raccontata senza pregiudizi, attraverso frammenti di vita dei protagonisti, testimonianze dei loro familiari, colleghi, amici. L’occasione per riflettere sul valore del lavoro come strumento di realizzazione di sé e come opportunità di miglioramento della qualità della vita.

un progetto di Mario Lanzafame
regia di Alessandro Scillitani
con il contributo di Fondazione Cariparma
con il patrocinio di Comune di Parma – Parma 2020 Capitale Italiana della Cultura,
Regione Emilia-Romagna, Azienda Unità Sanitaria Locale di Parma
con la collaborazione di CEPDI, Consorzio Solidarietà Sociale,
Fondazione Trustee, CGIL, CISL, UIL
una produzione Artemide Film 2019
musiche di Alessandro Scillitani
arrangiate ed eseguite con Tommi Prodi, Marco Macchi

La zattera di pietra

Le Murge sono una terra antica e magica, in cui è possibile respirare l’essenza primigenia dell’uomo. Dopo la seconda guerra mondiale, l’ansia di cercare un lavoro e una condizione migliore hanno portato tantissimi uomini a emigrare, e si è perso in gran parte il rapporto con la terra e il territorio, con l’artigianato, con i saperi che per secoli erano stati tramandati.
C’è però chi resiste, chi cura l’oreficeria, chi scolpisce la terra e la pietra, chi ha scelto di mantenere un rapporto con la tradizione.
Questo film raccoglie le storie di chi, in modi diversi, rimane legato alla trasformazione degli oggetti, alla loro creazione.
Incontriamo chi lavora la pietra, gli orefici, i creatori di libri, chi cerca il contatto con la terra. Una possibilità di recuperare il rapporto con il territorio, di ripristinare mansioni che arricchiscano la vita di tutti.

un’idea di DONATO EMAR LABORANTE
regia, riprese, montaggio ALESSANDRO SCILLITANI
musiche di ALESSANDRO SCILLITANI arrangiate ed eseguite con TOMMI PRODI MARCO MACCHI
con Agnese Fatou Giordano rilegatrice di sogni et speranze Antonio Moramarco moramarco creazioni orafe Antonio Munno poeta contadino
Carla Pianetti artigiana del Sé Claudia Fabris cameriera di poesia Domenico Ventura pittore Donato Emar Laborante cantastorie
Gabriella Reznek sartoria della borsa Giuseppe Marrakech Stefanachi l’arte del restauro arte pastorale
Giuseppe David Di Gesù orafo dell’anima Ilaria Cristofaro archeo astronoma Marisa Desiante Gravina in Puglia
Nicola Moramarco moramarco creazioni orafe Paola Saraceno banditrice di arte Pietro Quattromini mosaicista pittore Pino Martimucci artista versatilitarte Pino Navedoro pittore Teresa Lupo figlia della Murgia Vito Maiullari scultore
prodotto da ARTEMIDE FILM 2020 – www.artemidefilm.com

L’Appennino che Suonava

Il film è un viaggio ideale nei luoghi dell’Appennino Reggiano in cui vissero e operarono i suonatori popolari tra fine ’800 e metà anni ’70 del ‘900.
Attraversando luoghi, case, osterie, dall’evocazione dei suoni e delle musiche, dal racconto dei testimoni si traccia il profilo di un periodo in cui la musica era al centro della vita della comunità, e le danze antiche erano ancora presenti. Un’atmosfera di festa e di convivialità, di cui è ancora vivo il ricordo.

fullHD, 2019, 70′

ideazione
Bruno Grulli

diretto da
Alessandro Scillitani

ricerche e interviste
Bruno Grulli, Paolo Simonazzi, Alessandro Scillitani

consulenza
Riccardo Varini, Paolo Vecchi

L’Appennino che Suonava al Rosebud

Prima Nazionale del film martedì 19 febbraio 2019 ore 19 e ore 21 al Cinema Rosebud di Reggio Emilia.

Il film è un viaggio ideale nei luoghi dell’Appennino Reggiano in cui vissero e operarono i suonatori popolari tra fine ottocento e metà anni ’70 del novecento.

Attraversando luoghi, case, osterie, dall’evocazione dei suoni e delle musiche, dal racconto dei testimoni si traccia il profilo di un periodo in cui la musica era al centro della vita della comunità, e le danze antiche erano ancora presenti. Un’atmosfera di festa e di convivialità, di cui è ancora vivo il ricordo.

Il cuore del film è basato sulle ricerche sul campo condotte da Bruno Grulli alla fine degli anni ‘70. La colonna sonora è costituita dalle musiche, registrate all’epoca della ricerca dai portatori originali o riproposte oggi da musicisti che reinterpretano quei brani: Emanuele Reverberi, Paolo Simonazzi, Filippo Chieli, Remo Monti, Riccardo Varini.

Alla Ricerca di Europa

Europa è nata in Oriente. Nelle terre dei Fenici. Fu Giove, innamorato di lei, a portarla via mare in Occidente dopo averla ingannata sotto le sembianze di un mansueto toro bianco.

Moya è una barca inglese che ha passato gran parte della sua esistenza in Inghilterra.

Data la situazione attuale, con Brexit che si avvicina e il vento dei nazionalismi, lo storico e skipper Piero Tassinari e lo scrittore Paolo Rumiz sentono il bisogno di mostrare che cosa significa essere europei, cos’è l’Europa, e quindi rintracciare dove nasce Europa, da qui la follia di trasformare Moya in un toro, trovare le corna… Zeus che si trasforma in toro, rapisce Europa dalla Fenicia, dall’Asia, la porta in Europa.

Così comincia un viaggio nel Mediterraneo, tra la Turchia e la Grecia, alla ricerca di Europa. Dov’è Europa? Ovunque e in nessun luogo, qualcuno dice.

fullHD, 2019, 63 minuti

regia, riprese e montaggio
Alessandro Scillitani

da un’idea di
Piero Tassinari

con
Piero Tassinari, Paolo Rumiz, David Hugues

Prima di Alla ricerca di Europa al Trieste Film Festival

Appuntamento al Trieste Film Festival per la prima del film voluto da Piero Tassinari e a lui dedicato.

Europa è nata in Oriente. Nelle terre dei Fenici. Fu Giove, innamorato di lei, a portarla via mare in Occidente dopo averla ingannata sotto le sembianze di un mansueto toro bianco.

Moya è una barca inglese che ha passato gran parte della sua esistenza in Inghilterra.

Data la situazione attuale, con Brexit che si avvicina e il vento dei nazionalismi, lo storico e skipper Piero Tassinari e lo scrittore Paolo Rumiz sentono il bisogno di mostrare che cosa significa essere europei, cos’è l’Europa, e quindi rintracciare dove nasce Europa, da qui nasce la follia di trasformare Moya in un toro, trovare le corna… Zeus che si trasforma in toro, rapisce Europa dalla Fenicia, dall’Asia, la porta in Europa. Così comincia un viaggio nel Mediterraneo, tra la Turchia e la Grecia, alla ricerca di Europa. Dov’è Europa? Ovunque e in nessun luogo, qualcuno dice.

Sogni Comuni

È stato presentato in anteprima, sabato 15 dicembre al MUSE di Trento, il film Sogni Comuni, diretto da Alessandro Scillitani con la voce narrante di Paolo Rumiz.

Sogni Comuni è un viaggio in un’Italia semi-nascosta, direi quasi dimenticata, mal sopportata. L’Italia dei piccoli borghi e degli Appennini, l’Italia delle storie “normali” di piccole comunità che provano a contrastare un declino apparentemente già scritto mettendo in campo (avendo pochi mezzi) risorse imprevedibili e per certi versi sorprendenti: fantasia, coraggio, concretezza, visione. Ed è proprio la visione di un futuro diverso ciò che emerge più nitidamente legando questi racconti tra loro frastagliati. Siamo andati a spasso per il Paese e abbiamo incontrato belle persone. Donne e uomini prestati alle istituzioni, cittadini attivi e reattivi capaci di spendersi per gli altri nella consapevolezza che è proprio da questo atteggiamento che può rinascere un’idea di comunità altrimenti sterile.“Sogni Comuni. Viaggio nelle amministrazioni virtuose” è uno spaccato, certamente non esaustivo, di un modo di fare politica e di essere cittadini che può rappresentare un modello per molti, se non per tutti.

Reggio Film Festival 2018

La 17a edizione del Reggio Film Festival ha per tema lo “specchio del mondo”. Incontri con gli autori, concerti, tavole rotonde e cortometraggi provenienti da ogni parte del mondo costituiscono il programma della manifestazione.
Quest’anno il Festival è arricchito da numerose prime nazionali e mondiali.
L’ingresso a tutte le iniziative è gratuito, fatta eccezione per il Cinebus e i Workshop.
87 cortometraggi da tutto il mondo, più una ricca sezione Family costituiscono il nucleo centrale del Reggio Film Festival.
Il programma è su www.reggiofilmfestival.it
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